Poco a monte di Fivizzano, in posizione strategica lungo la Strada Statale 63 del Cerreto, troviamo il Castello e il borgo della Verrucola, le cui vicende si sono intrecciate nel corso della storia. Il toponimo è un diminutivo di verruca, usato per indicare conformazioni geologiche sporgenti; Verrucola infatti si trova su uno sperone roccioso tra il torrente Mommio e il canale di Collegnago. La zona risulta già frequentata dall’uomo in epoca protostorica, come testimoniato dal ritrovamento di una Statua Stele risalente al III millennio a.C., rinvenuta casualmente nel 1930.
Le prime notizie sul Castello risalgono al 1077, la struttura nacque probabilmente come un’ unione di più edifici delle famiglie Bosi, Dallo e Castello, che all’epoca governavano sul territorio circostante. Alla fine del XII secolo la famiglia Malaspina ottenne il controllo su tutta la Val di Magra e nel 1221 Verrucola venne inserita nei possedimenti dello Spino Fiorito. Spinetta Malaspina il Grande ottenne il possesso della Verrucola nel 1312 e ampliò la struttura, completando la cinta perimetrale delle mura e aggiungendo due porte di accesso. Il sogno di Spinetta di riunire tutti i territori della Lunigiana storica si scontrò con le ambizioni di Castruccio Castracani degli Antelminelli, Signore di Lucca, che conquistò la Verrucola nel 1319. Solo nel 1328, con la morte di Castruccio, Spinetta riprese la Verrucola, tornando dall’esilio a Verona. Eccettuato un triennio di dominio dei Visconti (1399-1402), i Malaspina riuscirono a mantenere il potere, mentre nel 1418 si consumò un fatto di sangue noto come la “Strage della Verrucola”. Leonardo e Galeotto Malaspina, marchesi del Castello dell’Aquila di Gragnola, ordinarono l’assassinio di tutta la famiglia Malaspina di Verrrucola, eccetto i figli Spinetta e Giovanna. Nel 1478 Spinetta II lasciò il feudo alla Repubblica Fiorentina, mentre col terremoto del 1481 il Castello venne danneggiato, causando la decadenza della Verrucola, mentre si affermava Fivizzano come centro politico ed economico.
Oggi la struttura del castello è costituita da tre nuclei: il mastio, di forma quadrata, la sezione più antica; la torre rettangolare, dotata di beccatelli, mensolette in pietra utilizzate per sorreggere parti sporgenti; il cassero, torre centrale quadrilatera, utilizzata come deposito delle armi, al cui interno si trovano tre grandi saloni sorretti da un’imponente colonna ottagonale localizzata nella sala d’armi a pian terreno. Sulla sponda opposta del torrente, a pochi metri dal castello, vi sono i resti di una torre cilindrica di guardia, probabilmente del XIV secolo, utilizzata per il controllo del territorio. Passeggiando per il borgo possiamo ammirare i facion, sculture in pietra medievali rappresentanti facce e volti, che avevano la funzione di scacciare gli spiriti maligni dalle case.
Chiesa di Santa Margherita
L’edificio originale, citato in un documento del 1137, che doveva trovarsi poco più a sud dell’attuale collocazione, venne abbattuto probabilmente dal grande terremoto del 1481. Successivamente ricostruita in stile barocco, fu sede di un importante monastero femminile ed è attualmente inglobata nelle mura del castello.